Giovedì 21 febbraio, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si è aperto ufficialmente l'Anno Accademico 2018-2019 della Luiss.
Nell'Aula Magna Mario Arcelli, gremita di studenti e arricchita dalla presenza di quaranta Rettori di altrettante università italiane, hanno presto parte alla Cerimonia i vertici dell'Ateneo: la Presidente Emma Marcegaglia, il Vice Presidente Esecutivo Luigi Serra, la Vice Presidente Paola Severino e i membri del CdA.
Ad aprire l'evento, il Direttore Generale della Luiss Giovanni Lo Storto che, dopo aver dato il benvenuto alla più alta carica dello Stato e a tutti i presenti in sala, ha illustrato i risultati raggiunti: "Sostenibile, internazionale e interconnessa, sono questi gli elementi distintivi della nostra Università. Ancora giovane ma con oltre 9.000 studenti iscritti ai corsi di laurea dei quattro Dipartimenti, con il 40% di insegnamenti in inglese, un incremento del 28% registrato nell'ultimo anno delle domande di ammissione per i Corsi di Laurea Triennali e a Ciclo Unico, con un tasso di abbandono pari a zero e una percentuale di occupazione dei laureati che supera il 90% a sei mesi dal conseguimento del titolo, la Luiss è realtà di eccellenza, comunità positiva di idee e di valori e moltiplicatore umano. Lavoriamo ogni giorno per dare ai nostri studenti i mezzi per sviluppare nuove e necessarie competenze con una formazione larga e inclusiva, che insegni loro a essere persone e non solo professionisti, aperti, curiosi, coraggiosi e generosi. I nostri studenti sono ormai 'apprenditori' attivi, non più spettatori della formazione. Includiamoli, lasciamo che identifichino le loro priorità e che orientino le loro azioni in quella direzione. E lo faranno, forti della loro fiducia nel sapere e nella conoscenza".
È in questa dimensione di Università senza confini, dove la passione contamina le prospettive di futuro che il Direttore Generale Lo Storto ha dato la parola al giovane Riccardo Carnevale, Rappresentante degli Studenti nel CdA Luiss che ha esordito: "Oggi, all'emozione e all'orgoglio si è aggiunta la consapevolezza di aver intrapreso un percorso capace di fornirmi non solo nozioni utili ad accrescere le mie competenze scientifiche, ma idee e strumenti pratici, indispensabili per leggere in maniera critica la realtà che ci circonda".
È stata poi la volta del Professore Gaetano Manfredi Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane che ha aggiunto: "Favorire il continuo interscambio tra ricerca pubblica e sistema produttivo diventa fondamentale per assicurare opportunità di occupazione qualificata ai nostri laureati e per stimolare e sostenere traiettorie di sviluppo dello stesso sistema produttivo, nei segmenti ad alta competitività".
A seguire, l'intervento del Rettore Luiss Andrea Prencipe che ha introdotto il tema della diversità culturale e di un nuovo dialogo tra saperi, come strumenti per comprendere la trama multiforme della realtà del XXI secolo e le sfide della rivoluzione digitale. "La Luiss è un modello educativo aperto al mondo, che forma professionisti poliglotti, persone in grado di dialogare con culture diverse ed esperti di diverse discipline, valorizzando le differenze e le connessioni". "Nel nostro Ateneo educare alla diversità significa internazionalizzazione. Con 40 visiting professors, oltre 1.000 studenti all'anno con esperienze di studio all'estero, la collaborazione con più di 270 università in 55 Paesi e 40 opportunità di studio tra Double Degrees e Partnership Strutturate, Luiss vive tra Roma e il mondo".
Una nuova dimensione globale di conoscenza umanistica e scientifica, incontro tra intersezioni culturali differenti, tra studi sociali e tecnologie digitali, tra innovazione e rispetto della tradizione, è la strada che Luiss ha intrapreso per "un impatto sociale concreto, per formare 'classe dirigente', ieri come oggi sfida cruciale, e per educare generalisti-specializzati e abitatori-cosmopoliti di un mondo in continua evoluzione. Un'evoluzione che i nostri allievi vogliono 'agire' e co-produrre, non subìre", ha affermato il Rettore Prencipe, aprendo ufficialmente l'Anno Accademico 2018-2019 della Luiss.
Di innovazione e tecnologia si è parlato nella prolusione del Professore Giuseppe Italiano, ordinario di Computer Science ed esperto di Algoritmi e Machine learning. Nella sua relazione dal titolo L'Intelligenza Artificiale e le sue sfide interdisciplinari, il Professore Italiano, guardando agli sviluppi della disciplina informatica, ha osservato: "Le tecnologie hanno completamente rivoluzionato la nostra società, il nostro modo di lavorare e il nostro modo di vivere. È necessario creare un nuovo rapporto tra noi e le macchine che non possiamo più sottovalutare. E questa nuova relazione tra esseri umani e tecnologia deve essere insegnata a tutti gli studenti perché avranno il compito importante di contribuire alla crescita digitale delle aziende e delle organizzazioni per cui andranno a lavorare domani".
A seguire, la Lectio Magistralis della scrittrice e traduttrice Jhumpa Lahiri, docente di Creative Writing alla Princeton University, dal titolo Elogio all'Eco: una riflessione sul senso del tradurre e sul valore della traduzione come esempio di incontro tra mondi diversi.
Il Premio Pulitzer Lahiri ha invitato studentesse e studenti a confrontarsi e interrogarsi sul concetto di diversità e sull'importanza del dialogo, come strumento di arricchimento e crescita. Come un traduttore riflette sul significato che un autore ha voluto dare alle proprie parole, aprendo "interi regni di possibilità, percorsi inaspettati che lo guideranno in modo nuovo e ispireranno l'opera dello scrittore, e possibilmente lo trasformeranno", così i futuri professionisti, in un presente storico così complesso, dovranno aprirsi a nuove vie del pensiero e della conoscenza, con empatia e resilienza. "I periodi più ricchi di fermento letterario sono sempre stati quelli in cui le identità di scrittori e traduttori si fondevano, dove un'attività rafforzava e rivitalizzava l'altra", ha commentato la Professoressa Lahiri.
In chiusura, la Presidente Luiss Emma Marcegaglia ha ricordato, citando le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, come il sentirsi "comunità" significhi condividere valori, prospettive, diritti e doveri, fondamentali per sprigionare quelle energie morali, economiche e culturali che da sempre animano l'Italia: "Ho avuto l'onore di lavorare per questa meravigliosa Università per nove anni. Un'esperienza entusiasmante, un grande lavoro fatto insieme ad una straordinaria squadra", ha detto la Presidente Marcegaglia. "Voglio concludere rivolgendomi a chi ho più a cuore: i nostri studenti. Studiare in Luiss significa per voi assimilare l'importanza e la bellezza di avere diritti e responsabilità, perché ciascuno di noi ha il dovere di restituire alla società ciò che ha ottenuto. Sarete voi a mobilitare la tecnologia in direzione positiva, a raccogliere le sfide che l'epoca attuale ci pone".
A conclusione della Cerimonia è intervenuto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Abbiamo ascoltato la raffigurazione di questo Ateneo, i cui numeri sono molto significativi, il rapporto docenti-studenti, il numero di corsi tenuti in inglese, l'apertura verso gli studenti stranieri e dei nostri verso il mondo, l'alto tasso di occupazione dei laureati. La capacità di studio, di approfondimento, di rifuggire dall'approssimazione, dall'improvvisazione, sono elementi di cui questo Paese ha grande bisogno".
"Se guardiamo alle affascinanti prospettive dell'intelligenza artificiale, il progresso è sempre positivo tenendo conto del senso e dei limiti dei risultati, del bisogno di regolarli. È necessaria la ricerca scientifica per tutte le branche della cultura. Come ricorda l'art.9 della nostra Costituzione, c'è l'esigenza di non scorporare il sapere delle discipline, che deve essere inteso come un patrimonio comune. La cultura non può mai essere accantonata, ha una sua irriducibile unicità", ha continuato il Capo dello Stato.
Ha poi aggiunto: "Siamo grati agli Atenei come il vostro, che conservano la cultura, la custodiscono, diffondono, trasmettono, alimentano e sviluppano. Nella sua Lectio Magistralis, la Professoressa Lahiri ha accostato Narciso che si specchia in se stesso alla tendenza degli individui - ma anche di collettività e di Paesi - di chiudersi in se stessi, di rifiutare quel che fa un traduttore che, traducendo un testo da una lingua all'altra, in realtà abbatte una frontiera, la supera e collega realtà diverse tra di loro che tanto diverse in definitiva non sono, come emerge dalla traduzione. È un insegnamento anche per i nostri tempi in cui emergono tentazioni di chiusura in se stessi, per individui, per gruppi sociali, per realtà nazionali, che richiedono una riflessione adeguata, storicamente all'altezza del momento, in tutti i Paesi".