Da quasi un anno la laureata LUISS Cecilia Giannini lavora come business manager per il mercato italiano in una società di consulenza a Pune, in India. Nel nostro Ateneo Cecilia ha frequentato sia Triennale che Magistrale, laureandosi lo scorso novembre in International Management. "Ero decisa a studiare Economia o a Roma o all'estero" racconta Cecilia. "La LUISS mi ha permesso di seguire corsi in inglese fin dalla Triennale e restare a Roma ma puntare molto sull'estero, sia come formazione che come esperienze".
Sentendosi proiettata nella dimensione internazionale, alla Magistrale decide di fare domanda per il Double Degree con l'Università di Fudan. "Mi colpì molto una frase del Professor Fiori: 'Se studiate International Management dovete andare all'estero, non basta studiare in inglese'. Fin dalla fase di application, il Double Degree si può considerare una vera scuola di formazione per iniziare a gestire lo stress e le scadenze. Due aspetti molto importanti per chi decide di studiare un anno a Shanghai: le deadline sono serratissime e ci sono molti lavori di gruppo. La didattica è molto più improntata alla pratica che allo studio sui libri. Il contatto continuo con persone che vengono da paesi e culture diverse ti trasforma e sprona a muoversi, a non restare mai fermo. Restando a Roma, non avrei sviluppato questo approccio con la stessa forza".
Fra gli altri motivi per scegliere Shanghai, la possibilità di conoscere la Cina da un punto di vista privilegiato. "Il gruppo del DDIM è sempre molto unito e molto energico. Vieni seguito con molta attenzione, viaggi molto in gruppo e giri alla scoperta di una città esaltante come Shanghai. Non visiti solo l'Oriente, ma conosci il mondo".
L'ambizione a viaggiare e cercare nuove sfide per la carriera non si è placato con l'anno a Shanghai. Appena tornata in Italia, Cecilia ha cercato una nuova esperienza in Oriente. "L'adrenalina del Double Degree sprona a sfruttare il periodo di ritorno dedicato agli ultimi esami e alla scrittura della tesi per fare uno stage. Tutti noi partiti per Fudan abbiamo lavorato mentre eravamo laureandi e la LUISS ci ha messo in condizione di farlo nei tempi giusti. Da parte mia, cercavo una differenziazione, un valore aggiunto nell'esperienza di lavoro che mi permettesse di non essere solo una goccia nel mare nel mio settore. Il supporto del Career Services è stato fondamentale, mi è sempre accanto con proposte. Alla fine ho scelto l'India: uno dei paesi più in crescita nel mondo, ma ancora poco frequentato da professionisti occidentali. Un anno fa sono partita per uno stage di sei mesi e dopo la laurea sono tornata per un altro periodo".
Le difficoltà di vivere e lavorare in un contesto lontano è compensata dalla velocità di crescita professionale. "Quando sono arrivata il mercato italiano non esisteva e in un anno ho lavorato sul business development e fatto partnership con parti terze. Da poco sono passata su audit e transfer pricing, in modo da ampliare le competenze. In pochi posti impari come in India: il confronto può essere molto stancante, ma ci sono pochi professionisti europei e hai da subito l'occasione di confrontarti con persone con enormi esperienze e di imparare tutto molto più in fretta".
Come tutti gli ostacoli, anche le differenze culturali sono un impulso a impegnarsi a fare meglio e a superare ogni difficoltà. "Partire e andare lontano è fondamentale ed è l'unico modo per acquisire abilità necessarie per lavorare nel management internazionale. Solo pochi anni fa, lasciare Roma per andare a Shanghai mi sembrava impossibile. Una volta partita, è diventato tutto semplice e ricco di infinite potenzialità. Quelle che possono sembrare rinunce – conclude Cecilia – sono occasioni preziosissime per ottenere il massimo da noi stessi".