"All'inizio ero un po' timorosa verso questa realtà, ma durante l'esperienza ho apprezzato l'esigenza delle detenute di avere un contatto con il mondo esterno e di rievocare con noi scene di vita quotidiana". Enrica Massari, studentessa LUISS iscritta al quarto anno di Giurisprudenza, ha scelto il laboratorio di Made in Carcere fra le attività del progetto VolontariaMENTE dell'anno scorso. Interessata alla riforma dell'ordinamento penitenziario, Enrica ha lavorato un mese con le detenute della Casa Circondariale di Lecce l'estate scorsa per conoscere da vicino la vita nelle carceri e sfidarne i pregiudizi.
Luciana Delle Donne, la mente alla base di Made in Carcere, le ha affidato il ruolo di responsabile della logistica e dell'organizzazione della cooperativa Officina Creativa. Ogni giorno, Enrica si è occupata di contattare i collaboratori che forniscono materiali e tessuti di scarto e di supervisionare la creazione di borse e accessori. "Ho imparato che un buon metodo di lavoro, un team coeso, una leadership forte e rispettosa del pensiero degli altri, oltre a una gran quantità di voglia di fare, spirito di sacrificio e capacità di adattamento, rappresentano gli strumenti per realizzare tutti gli obiettivi lavorativi".
Superati i primi timori, scopre un gruppo di donne curiose e desiderose di condividere racconti ed esperienze quotidiane. "Ogni detenuta ha la sua storia, il suo passato, i suoi ricordi. Molte di loro li hanno condivisi con noi, mostrandoci foto di famiglia e aprendoci le porte del loro passato. Il rapporto empatico è fondamentale: grazie a questo scambio reciproco e costante ho raggiunto la consapevolezza che nella vita c'è sempre una second chance, una possibilità di riscatto. Come l'araba fenice rinasce dalle proprie ceneri, anche chi ha commesso errori può rinascere e ricostruire il proprio futuro".
Giorno dopo giorno, Enrica sente che il lavoro e i rapporti maturati aiutano non solo le detenute a "evadere" dalla routine, ma anche se stessa e le altre ragazze a cogliere uno sguardo nuovo sulla realtà: "Ogni giorno entri in contatto con persone che hanno sbagliato ma nei cui occhi riesci a leggere la voglia di fare e di riscattarsi. Hanno voglia di imparare dai loro errori, di cambiare vita e ripartire da zero".
Nel suo mese trascorso in Puglia, Enrica ha vissuto momenti molto emozionanti, come quando ha assistito alla scarcerazione di un detenuto durante il suo ultimo giorno di lavoro. "Vedere questo ragazzo respirare aria di libertà, pieno di un entusiasmo e pronto a ricostruirsi un futuro, mi ha colpito con un inaspettato senso di gioia e leggerezza proprio nel giorno in cui con rammarico concludevo questo percorso".
Questo sentirsi parte di una piccola famiglia, aiutandosi a vicenda per raggiungere il benessere di tutti, è l'aspetto più importante per Enrica, quello che abbatte ogni pregiudizio. "Ogni nuova esperienza e ogni persona che si incontra ha sempre qualcosa da darci e da dirci. Grazie a Made in Carcere ho compreso l'importanza del valore della dignità umana; ho capito che qualunque cosa succeda e qualunque errore venga commesso, non possiamo e non dobbiamo perdere la nostra personalità. E ho capito che il trattamento che una società riserva alle persone più disagiate è indice della sua umanità".