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Luiss Guido Carli

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Una carriera senza frontiere

Dalla laurea alla LUISS al lavoro come peacekeeper, Marina Catena oggi è direttrice del WFP

Story Marina Catena TEDxLUISS

Funzionario della Commissione Europea, consigliere politico per l'Onu, tenente nei Caschi blu in Libano, Cavaliere dell'Ordine Nazionale al Merito per la Francia. Fra i vari speaker del TEDxLUISS di venerdì 22 maggio, Marina Catena, laureata LUISS oggi direttrice del World Food Programme delle Nazioni Unite a Parigi, ha emozionato con uno dei talk più intensi della giornata.

Borsista dal giorno dell'iscrizione a quello della laurea, Marina Catena è entrata alla LUISS con un bagaglio predisposto alla vocazione internazionale. Dopo aver frequentato il prestigioso United World College a Duino ("un vero melting pot di razze, religioni, culture"), si sposta a Roma per frequentare Scienze politiche alla LUISS. "I miei ricordi di Roma si concentrano tutti nell'Università, dalle aule di studio al residence Rouge et Noir a Pietralata dove vivevano gli studenti borsisti e i fuori sede. Vivevamo assieme, studiavamo assieme, crescevamo assieme: sono nati grandi rapporti di stima e di fratellanza che ancora durano a distanza di anni. Come l'amicizia con l'attuale Direttore Generale Giovanni Lo Storto".

Marina Catena Esercito ItalianoAgli anni universitari è legata anche la prima grande esperienza all'estero, grazie a uno dei primissimi programmi Erasmus attivati in Italia. "Devo molto alla Professoressa Angela Del Vecchio di Diritto internazionale, che ebbe l'apertura di spirito di vedere le grandi potenzialità dell'Erasmus, di cui ancora si sapeva pochissimo all'epoca. Quando sono partita per l'Institut d'études politiques a Strasburgo era un progetto 'pioniere': non sapevo bene i corsi che avrei frequentato, né se questi sarebbero stati riconosciuti al rientro in Italia. Una vera avventura!"

Dopo l'Erasmus, la laurea alla LUISS e un'esperienza come hostess di volo per AirFrance ("capitava che mi presentassi in Università con ancora indosso l'uniforme di ritorno da un volo dal Giappone o dall'India"), vince uno stage alla Commissione Europea a Bruxelles. Durante questo periodo avviene "uno di quei grandi incontri che cambiano la vita": quello con il fondatore di Médecins sans frontières Bernard Kouchner. "All'epoca lavoravo con Emma Bonino, quando era Commissaria europea per gli aiuti umanitari. Erano gli anni delle guerre nei Balcani e l'incontro con Kouchner ha trasformato la mia passione per l'umanitario in una vocazione professionale. Ho lavorato a ECHO (l'ufficio umanitario della Commissione Europea) per sette anni, fino al febbraio 1999, quando scoppiò la guerra in Kosovo e Kouchner mi chiese di affiancarlo come suo consigliere speciale a Pristina".

Marina Catena Kofi AnnanMarina Catena ha svolto il ruolo di peacekeeper in territori diversi e con uniformi diverse. Prima come civile per le Nazioni Unite in Kosovo: "Il peacekeeper civile va e ripara i danni di una guerra. Per due anni il mio ruolo è stato quello di occuparmi della popolazione kosovara e accertarmi che ogni nostra iniziativa fosse condotta in funzione delle loro necessità: dalla mappatura della popolazione di un villaggio distrutto al fundraising per ricostruire case e scuole". Ma, dopo essere entrata far parte dell'Esercito Italiano nel 2005 (Riserva Selezionata), viene inviata in missione in Libano come Casco blu nell'estate del 2007: "Ero il consigliere politico del Generale comandante: la persona che consiglia il comandante su decisioni importanti e delicate che riguardano le operazioni e l'impatto sulla popolazione. I conflitti cosiddetti asimmetrici di oggi hanno bisogno sia dell'intervento umanitario che di quello del peacekeeper soldato".

Una delle frasi culto della sua vita appartiene ai padri fondatori dell'Unione europea Robert Schuman e Jean Monnet: "Niente si crea senza gli uomini, niente dura senza le istituzioni". Dopo aver lavorato in grandi istituzioni come le Nazioni Unite, la Comunità europea e l'Esercito, sostiene che una grande lezione di vita sia imparare a essere un singolo agente attivo anche all'interno di importanti strutture. "Ho sempre avuto un grande rispetto per le istituzioni e ho sempre voluto essere un elemento innovatore dall'interno. Ad esempio, sebbene potrebbe sembrare una contraddizione essere sia un ufficiale dell'Esercito che un umanitario, in realtà non lo è nei conflitti moderni. Essere una donna soldato ha significato far parte di una trasformazione di un mondo prettamente maschile e talvolta machista come l'Esercito e dimostrare il valore aggiunto delle donne nelle operazioni di peace-keeping".

Marina Catena Zlatan IbrahimovicUn'altra battaglia importante l'ha impegnata di recente: la campagna per il World Food Programme 805 Million Names assieme al famoso calciatore Zlatan Ibrahimovic. "Mi sono impegnata in prima persona nell'ideazione e nella costruzione della relazione con il campione. La mia vita e quella di Zlatan avevano rischiato di incrociarsi già più volte. Quando ho organizzato una partita del cuore per la crisi umanitaria in Repubblica Centrafricana tra il Paris Saint Germain e l'Olympique Marseille, il Presidente Labrune mi hanno chiesto di dare il calcio d'onore e mi sono ritrovata tra Ibrahimovic e Jordan Ayew. Così, gli ho scritto una lettera per fargli una proposta: aiutare il WFP a portare il messaggio che ci sono oggi 805 milioni di persone che soffrono la fame. Il progetto lo ha entusiasmato e abbiamo deciso di svilupparlo in assoluta segretezza. Dal lancio della campagna avvenuto il febbraio scorso a Parigi, adesso siamo a 18 milioni di visualizzazioni e vari premi ottenuti in tutto il mondo".

Il tema della campagna è stato anche l'argomento centrale del suo intervento al TEDxLUISS: il senso del nome per raccontare la vita delle persone. "La mia vita è fatta di tanti ricordi, esperienze e aneddoti che si legano alle persone e ai loro nomi. Il mio nome è la mia stella protettrice, un istinto che mi guida in tutte le cose che faccio e che ho fatto. Eventi come quello del TEDxLUISS mi danno la speranza che ancora ci siano persone che credono in quello che fanno. E la LUISS è un eccellente boot camp per prepararsi alla vita professionale e per avere successo, dove successo significa a mio avviso realizzare i propri sogni e rendere il mondo un posto migliore. Per me la LUISS è stata un trampolino e una formazione straordinaria".