Carlo Salandi ha 27 anni e una visione dell'economia formata dai suoi studi e dalle numerose esperienze internazionali grazie alla quale ha ottenuto un incarico come supervisore alla Banca Centrale Europea.
Laureato nel 2011 in Management alla LUISS e in International Management alla Fudan University grazie a un Double Degree, ha iniziato a lavorare nell'organo di Francoforte come stagista tre anni fa, dopo un'esperienza nella consulenza finanziaria. "Ho lasciato un contratto a tempo indeterminato in una top consulting firm per uno stage in BCE. Una scelta che ai più poteva sembrare folle, ma che si è rivelata la decisione più importante della mia vita".
Il desiderio di lavorare in un'istituzione con un ruolo fondamentale nel contesto finanziario internazionale come la Banca Centrale è sempre stato forte in lui fin dall'inizio del percorso universitario. "La nostra generazione si è trovata a studiare durante la peggiore crisi finanziaria degli ultimi cento anni. Questa consapevolezza ha avuto un impatto sulla mia formazione e su quella dei miei colleghi che rispetto al passato hanno sentito il bisogno di avvicinarsi all'economia e approfondire il settore delle banche centrali e argomenti delicati come la regolamentazione, la supervisione e il controllo dei mercati finanziari. Per questo, quando è arrivata l'offerta dalla BCE, nonostante tutto, ho accettato".
Da quando ricopre il ruolo di supervisore nel nuovo organismo unico di vigilanza bancaria europea, il Single Supervisory Mechanism (SSM), Carlo si occupa di salvaguardare la sicurezza e la solidità dei sistemi bancari dei paesi dell'UE. "Gli elementi essenziali per un buon supervisore sono cinque: essere curiosi, scettici, proattivi, flessibili e molto decisi. Il collante fondamentale, il minimo comune denominatore di questi elementi deve essere la voglia di agire. Il supervisore deve avere sempre la volontà (e il potere) di agire in modo veloce ed efficace sul processo decisionale delle banche".
Questo impulso richiede un alto livello di responsabilità e professionalità: qualità che Carlo sente di aver acquisito soprattutto grazie alle esperienze internazionali. "Tra le tante cose che ho imparato durante il DDIM, l'importanza di mettersi in gioco, il non avere paura del cambiamento, l'accettare nuove sfide, aprirsi al mondo, essere flessibili e alzare sempre l'asticella dei nostri obiettivi sono state lezioni fondamentali".
Giorno dopo giorno, la vita lavorativa alla BCE è un'avventura stimolante per la sua crescita professionale. "Il lavoro in questo periodo è una sfida continua, considerata la situazione di crescita quasi pari a zero in Europa. Potrebbe sembrare banale, ma il fatto che i tuoi colleghi vengano dai 28 paesi che formano l'Unione Europea ti porta a confrontarti ogni giorno con tutte le nazionalità e le differenze. In questo contesto, il tuo essere italiano, francese o tedesco rimane nel tuo modo di relazionarti, ma allo stesso tempo viene meno rispetto all'essere tutti cittadini di uno stesso stato con l'obiettivo condiviso di cercare di contribuire al funzionamento e al progresso dell'Unione Europea".
Per affrontare questa sfida continua, Carlo racconta che la palestra migliore viene dalle esperienze maturate in Università. "La LUISS mi ha insegnato a muovermi in un contesto internazionale, a relazionarmi con i migliori studenti non soltanto di università europee, ma anche americane e cinesi, in linea con un'economia che ormai non guarda più solo all'Europa ma al mondo intero".