Miriam Ferrara e Giuseppe Bruno sono due fra gli studenti LUISS che lo scorso ottobre hanno deciso di aderire al progetto Lavoro per la Legalità, impegnandosi per alcuni mesi come baristi e camerieri in alcuni esercizi commerciali di Roma sequestrati dall'autorità giudiziaria.
Come Volontariamente, l'Osservatorio per la legalità e la serie di incontri universitari Sui sentieri della legalità della Professoressa Paola Severino (l'ultimo dei quali, sulla lotta alla corruzione, sarà giovedì 15 gennaio alle 15:00 nell'Aula Magna di Viale Pola), anche Lavoro per la legalità rientra in un progetto più ampio dell'Università che coinvolge in modo attivo gli studenti LUISS. Miriam e Giuseppe, entrambi al quinto anno di Giurisprudenza, hanno scelto di impegnarsi in questa attività non solo per sviluppare le proprie abilità pratiche, ma per realizzare un'esperienza con un significato etico e un impatto sociale.
Miriam ha deciso di iscriversi per avvicinarsi a un tipo di lavoro diverso da quello che gli studenti di Giurisprudenza possono trovare nei tirocini presso gli studi legali. Questa volontà l'ha portata in un ristorante nel centro di Roma, dove lavora come cameriera: "Nonostante le prime difficoltà pratiche, mi sono da subito trovata molto bene. Durante il periodo natalizio c'è stato molto lavoro ed è capitato di non fermarsi neanche un minuto, ma tutto è stato reso molto più facile e piacevole dalla simpatia e dalla cordialità dei colleghi".
"L'idea di un lavoro pratico e così al di fuori dall'ambito di uno studente di Giurisprudenza, oltre al fatto che fosse 'per' qualcosa e non solo per se stessi, mi incuriosiva tantissimo", racconta a sua volta Giuseppe, che da dicembre lavora in una gelateria a due passi da Piazza Navona. "Sapevo solo che quel bar era stato posto sotto sequestro e che conosceva da poco tempo la possibilità di una gestione in piena legalità. Vivevo il mio arrivo come testimonianza di questa nuova possibilità".
Per entrambi si è trattato del primo impegno come personale in un esercizio commerciale e il fatto che siano locali reinstradati sulla via della legalità ha reso l'esperienza più significativa. "Non ho quasi mai avvertito la situazione di difficoltà nella quale versa l'amministrazione del locale proprio perché l'ambiente è piacevole e pieno di risate" racconta Miriam. "La maggior parte del personale proviene da tutto il mondo e mi ha permesso di conoscere le diverse culture e abitudini".
Anche Giuseppe lavora assieme a colleghi da tutto il mondo: "Chi dal Bangladesh, chi dall'India, chi dal Marocco e chi da Tor Bella Monaca. Tra il mio primo cappuccino riuscito malissimo e il mio primo cono gelato spezzato, mi sono ritrovato in un contesto che continua ad arricchirmi ogni volta che vado a svolgere i miei due turni settimanali".
Lavoro, Legalità e Intercultura sono i tre concetti che i ragazzi hanno toccato con mano con questa esperienza.
Miriam non esclude la possibilità di poterlo rifare nei mesi successivi alla laurea, "anche solo per guadagnare qualcosa o per fare un'esperienza di lingua all'estero". Giuseppe lo definisce come un piccolo Erasmus in Italia: "non posso non sperare che questo progetto coinvolga ancora più studenti, offrendo loro la splendida opportunità che è stata offerta a me".