Le domande e le sfide del multiculturalismo sono al centro del nuovo libro del Professor Domenico Melidoro, docente LUISS e membro del Center for Ethics and Global Politics. Uscito nella collana Piccole Introduzioni della LUISS University Press, Multiculturalismo è stato presentato lunedì 16 novembre presso la Sala del Mappamondo della Camera dei Deputati in un incontro con Khalid Chaouki, Gabriella Sanna e il Professor Sebastiano Maffettone sullo stato del dibattito politico attorno alla diversità culturale e alla convivenza pacifica di culture differenti all'interno della stessa comunità.
È una questione fondamentale per l'epoca che stiamo vivendo, in cui secondo Melidoro, "la diversità culturale è vissuta come una minaccia alle libertà associate alle forme di governo liberal-democratiche e c'è un clima di generale sfiducia nei confronti del multiculturalismo e delle politiche di inclusione delle minoranze, soprattutto di minoranze musulmane. Dietro questi timori ci sono spesso argomenti fragili, che fanno leva più su pregiudizi che su dati scientifici e verificabili".
Il multiculturalismo mostra le sue problematicità quando le differenze culturali si scontrano coi principi considerati fondamentali dalle democrazie liberali. "Le questioni del multiculturalismo e della diversità culturale emergono per prime in società liberal-democratiche come il Canada, l'Australia e gli Stati Uniti e, a livello di teoria politica, sono stati gli studiosi liberali (il canadese Will Kymlicka può essere considerato il pioniere) i primi a considerare il modo in cui la diversità culturale pone problemi inediti di natura sia concettuale sia pratica. Se il liberalismo in passato si è occupato di problemi in cui la diversità morale, politica e filosofica era interna a un'unica cultura, il multiculturalismo riflette su questioni come quelle poste dal fenomeno dell'immigrazione, ove la diversità che crea problema non è il prodotto di un solo sistema di valori e ci sono delle persone che rivendicano dei diritti sulla base di ciò che li rende diversi dalla maggioranza".
Alcuni teorici criticano la visione liberale del multiculturalismo proponendo altre posizioni più attente a includere le differenze o a trovare un equilibrio a partire da un atteggiamento di indifferenza dello Stato nei confronti della diversità culturale. "Ad esempio, il multiculturalismo dell'inclusione, difeso da autori come Charles Taylor e Bhikhu Parekh, prende in considerazione le differenze delle varie identità culturali, cercando di stabilire equi termini di convivenza tramite la pratica del dialogo interculturale. Un'altra teoria è il multiculturalismo dell'indifferenza elaborato da Chandran Kukathas, che riconosce un grande valore all'autonomia dei gruppi e alla libertà di coscienza degli individui. La sua società ideale è composta da gruppi più o meno indipendenti che possono essere visti come isole di un arcipelago in un mare di indifferenza reciproca dove le funzioni dello Stato sono ridotte al minimo".
Nonostante la plausibilità delle concezioni che riconoscono grande autonomia ai gruppi culturali, Melidoro auspica di recuperare il ruolo dello Stato in un contesto segnato dalle diversità culturali. "Nel libro mi spingo fino a sostenere che uno Stato è necessario per il multiculturalismo. È lo Stato che deve garantire che i diritti fondamentali degli individui non vengano violati e che i gruppi minoritari non vengano oppressi da quelli più ricchi e potenti".
Gli sviluppi recenti delle migrazioni in Europa pongono il multiculturalismo come una questione ineludibile e il testo di Melidoro le giudica come un fatto epocale, che impone una presa di posizione politica. "Le vicende recenti legate all'immigrazione sono sotto gli occhi di tutti. Per ragioni di giustizia globale, l'Occidente non può chiudersi in se stesso rifiutando chi è povero e diverso. I richiami a un'identità nazionale da preservare e a un ritorno all'omogeneità culturale del passato appariranno sempre più come delle scorciatoie non percorribili. Il multiculturalismo ha a che fare con le risposte delle istituzioni alla diversità culturale. Questa diversità è un fatto – conclude il Professore - ed eluderla non è una risposta".