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Il futuro dell'Eurozona e il ruolo della BCE

Ospite in LUISS, il Professor Paul De Grauwe ha spiegato cause e soluzioni possibili della crisi in Europa

Paul De Grauwe Eurozone

Giovedì 9 aprile il Professor Paul De Grauwe, docente di European Political Economy alla London School of Economics, ha tenuto una lezione nell'Aula Toti della sede LUISS di Viale Romania intitolata The Legacy of the Eurocrisis and the Future of the Euro.

Presentato dal Professor Marcello Messori, ordinario di European Economics e direttore della LUISS School of European Political Economy, il Professor De Grauwe ha esplorato i problemi costitutivi dell'Eurozona e il possibile ripensamento delle sue politiche monetarie. "La crisi del debito sovrano europeo ha generato un divario enorme fra paesi debitori e paesi creditori – afferma De Grauwe in apertura del suo intervento – e le politiche fiscali imposte dai paesi creditori hanno causato lo sviluppo di un sistema asimmetrico".

Paul De Grauwe Aula TotiSecondo l'economista, il problema è che i programmi di austerità hanno bloccato ogni possibilità di risanare il debito per i paesi debitori e questa impotenza ha esacerbato la visione manichea di una lotta fra paesi buoni e cattivi. "Le dinamiche dei cicli di crescita e contrazione hanno continuato ad agire in modo autonomo per ogni singolo paese senza che l'unione monetaria disciplinasse un'adeguata politica comunitaria. Pensare che i paesi debitori stessero sperperando risorse e dovessero solo ripristinare il bilancio in parità il prima possibile non ha aiutato a fare la scelta più razionale per il bene di tutti o anche solo a coordinare i movimenti idiosincratici fra politiche macroeconomiche statali ed europee".

Il nucleo del problema, secondo De Grauwe, sta nel ruolo della Banca Centrale Europea all'interno della Comunità. "La funzione della BCE è cresciuta moltissimo con gli anni ed è ormai pari a quella della Federal Reserve o della Banca d'Inghilterra. La differenza fondamentale è che negli USA e nel Regno Unito è il governo a prevalere sulla Banca centrale e a imporle le politiche macroeconomiche necessarie. Nell'Eurozona invece i governi non hanno alcun potere sulla Banca Centrale e dipendono dalle sue iniziative autonome".

A riprova di queste idee, il Professor De Grauwe cita i due interventi della BCE sui titoli di stato e i loro risultati positivi sul peso della crisi. "Il successo incredibile delle OMT, le operazioni monetarie definitive realizzate nel 2012, e i primi effetti del Quantitative Easing dimostrano che l'Eurozona deve far convergere sempre di più la politica monetaria e la politica fiscale e assicurare alla Banca Centrale la funzione di prestatore di ultima istanza, come fanno tutti i governi dei singoli paesi con le loro banche".

La proposta con cui conclude il suo intervento in LUISS prevede un'unione monetaria dotata di un governo eletto capace di prendere decisioni e di adottare strategie di tipo macroeconomico. "L'Eurozona può sopravvivere solo se si realizza come unione politica e fiscale. L'unica governance sostenibile per il suo futuro è quella in cui un governo e un parlamento europeo decidono su tasse e spese e hanno potere sugli interventi della BCE".