"Che cos'è la filosofia politica?" Per rispondere a questa domanda, il Professor Sebastiano Maffettone, ordinario del Dipartimento di Scienze politiche e presidente della Scuola Superiore di Giornalismo Massimo Baldini della LUISS, ha scritto una "piccola introduzione" per LUISS University Press.
Filosofia politica è una sorta di mappa per guidare il lettore e lo studente all'interno delle teorie dominanti nel pensiero contemporaneo, disegnata a partire da un punto di vista ben preciso. "La mia convinzione è che nessuno sappia cosa sia la filosofia politica – spiega il Professor Maffettone - e che l'unico modo per conoscerla sia orientarsi fra le posizioni principali presenti sul mercato delle idee. Una mappa non può partire da una visione universale e onnicomprensiva e richiede sempre un punto di vista: in quella che ho tracciato, la teoria della giustizia di John Rawls rappresenta la main street da cui si diramano tutte le altre argomentazioni".
Disegnare una mappa a partire da Rawls significa ricostruire la filosofia politica occidentale attorno a due concetti fondamentali: liberal-democrazia e giustizia. "Non tutte le idee di democrazia sono basate su libertà e giustizia. La libertà è il concetto che fonda la politica, ma possiamo attribuirle accezioni diverse, che cambiano da un tempo all'altro, da un paese all'altro, da un pensatore all'altro. Solo a partire dal 1971, con Una teoria della giustizia di Rawls, il liberalismo e l'idea di giustizia divengono un paradigma molto forte nel dibattito filosofico internazionale".
Quest'ottica presuppone una società aperta, in cui gli individui sono liberi e autonomi e dove i processi di legittimazione e di riconoscimento assumono un peso importante. "Nel libro distinguo tra una giustizia distributiva, focalizzata sugli aspetti economici e sociali di una società, e una giustizia come riconoscimento, che riguarda i problemi culturali, come il rapporto con la religione, l'inclusione e la tolleranza di visioni alternative della vita sia politica che spirituale".
Una giustizia di questo tipo diventa centrale in un'epoca in cui la politica assume uno sguardo internazionale e un'attenzione ai processi culturali globali. "Nel passaggio dallo stato-nazione alla globalizzazione ci sono due conseguenze fondamentali per la filosofia politica. Una riguarda il potere e la necessità di trovare una forma di governance a strutture sociali sempre più ampie e complesse. L'altra tiene in considerazione la nuova configurazione in cui varie tradizioni culturali influenzano la vita concreta. In questo quadro, rispondere con una visione univoca è sbagliato e l'obiettivo è aprire alla molteplicità e alla globalità, percorrere vie diverse".
Per il docente LUISS, la filosofia politica oggi deve trasformarsi in una teoria politica comparata. "Dobbiamo instaurare una forma di dialogo in cui ognuno recita la propria parte senza essere chiusi, facendo un piccolo sforzo cognitivo per far dialogare tutte le versioni e i punti di vista. Oggi non c'è una teoria più valida di altre, ma la necessità di creare qualcosa che somiglia più a un collage che a una teoria vera e propria".
Questo dialogo non deve applicarsi solo nello spazio, fra paesi diversi, ma anche nel tempo, tenendo in considerazione il mondo in cui vivranno le generazioni future. "La nuova sfida della filosofia politica è concepire un'idea di giustizia globale, aperta anche a questioni come i diritti umani, l'ecologia e la sostenibilità".