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I Presidenti, figure chiave del Parlamento

Il Professor Nicola Lupo, vicedirettore del Centro Studi sul Parlamento della LUISS, racconta la figura del Presidente d'Assemblea parlamentare nella storia della Repubblica Italiana

Curata dai professori Nicola Lupo, Eduardo Gianfrancesco e Guido Rivosecchi, I Presidenti di Assemblea parlamentare è una raccolta di saggi e riflessioni sulle più importanti trasformazioni di un ruolo istituzionale che nella storia della Repubblica Italiana ha rappresentato molte tendenze e comportamenti della Politica a tutto tondo.

Nicola LupoI recenti dibattiti attorno alla riforma del Senato e alle modifiche alla Costituzione hanno riportato attenzione su questa figura chiamata a essere al tempo stesso giudice delle regole del diritto parlamentare e attore di primo piano nello scenario politico italiano. Di questo abbiamo parlato col Professor Nicola Lupo, docente di Diritto delle Assemblee Elettive presso il Dipartimento di Scienze Politiche.

"I Presidenti di Camera e Senato giocano un ruolo di primo piano nel sistema politico e istituzionale: ruolo cambiato in modo significativo a partire dagli anni Novanta con il cosiddetto passaggio fra la Prima e la Seconda Repubblica, che ha comportato una radicale trasformazione nel sistema dei partiti". Una delle prove più evidenti è che, a partire dalle elezioni del 1994, i Presidenti di Assemblea sono scesi sempre di più nel terreno della lotta politica quotidiana, sia durante che dopo il loro mandato. "È emerso con notevole chiarezza nel caso dei Presidenti della Camera, eletti sempre tra gli esponenti di primo piano dei partiti della coalizione di maggioranza, ma gradualmente usciti da tale coalizione poco dopo (Casini), durante (Bertinotti) o addirittura prima della fine del proprio mandato (Fini). In particolare, la figura del Presidente Fini mi sembra un punto di non ritorno: la massima possibile espansione politica della figura del Presidente di Assemblea avuta finora".

Presidenti Assemblea ParlamentareI Presidenti di Assemblea parlamentare, quarto volume di una collana di pubblicazioni edita da Il Mulino e curata dal Centro di Studi sul Parlamento (CESP) della LUISS di cui Lupo è vicedirettore, affronta anche l'organizzazione delle Camere e i rapporti con gli altri organi costituzionali, sottolineando come, nel passare degli anni, ci sia stato un interesse strategico da parte dei Presidenti di Assemblea che si sono succeduti a mantenere inalterate le regole vigenti. "In questo modo - prosegue Lupo - oltre a un ruolo politico esterno, i Presidenti di Assemblea hanno saputo esercitare anche un forte ruolo politico interno giovandosi del fatto che il diritto parlamentare è rimasto grossomodo inalterato rispetto alla fase degli anni Settanta, mentre nel frattempo il sistema elettorale è diventato maggioritario".

Questo aumento di potere ha effetti sempre più decisivi sugli equilibri di maggioranza e sulla tenuta del rapporto fiduciario che tiene in carica il Governo: "Oltre a essere il 'regista' del diritto parlamentare, il Presidente di Assemblea è dotato di poteri di decisione procedurale: è colui che si fa carico di interpretare le prassi e di trovare i precedenti attraverso i suoi uffici. Questo ha creato un'accentuazione dei poteri dei Presidenti di Assemblea, che hanno potuto dove hanno voluto giocarsi questa carta interna nei loro bracci di ferro col Governo o con la maggioranza".

Di fronte all'attuale disegno di legge che promuove un Senato eletto indirettamente per superare il bicameralismo paritario, il professor Lupo sostiene si tratti di un cambiamento auspicabile, a maggior ragione visto che "la mancata riforma del bicameralismo ha fin qui impedito di intervenire su tutto l’assetto del sistema istituzionale e delle stesse norme costituzionali che riguardano la forma di governo".

Quanto all’accentuazione del ruolo dei Presidenti di Assemblea, "una prima risposta l'ha già data il sistema politico eleggendo come Presidenti dell'ultima legislatura Pietro Grasso e Laura Boldrini: due persone che non erano mai state in Parlamento e non avevano mai fatto politica prima di allora". Oltre a questo depotenziamento politico della carica - che, secondo il Professore, "è stato una risposta tutta politica all'esperienza del Presidente Fini" - occorre una riforma più istituzionale per far sì che ai molti poteri esercitati dai due Presidenti corrispondano forme per far valere una qualche responsabilità.