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Luiss Open: il concetto di Open Innovation secondo Henry Chesbrough

Uno sguardo all'European Innovation Forum, ospitato da LUISS 

30pm

"La nostra è una sorta di 'terapia di gruppo' sul tema dell'innovazione. Tra accademici e rappresentanti delle più importanti aziende europee discuteremo in maniera schietta e senza infingimenti, non negheremo i problemi che incontriamo quotidianamente, i fallimenti in cui incorriamo e allo stesso tempo le enormi potenzialità delle nostre società". Così Henry Chesbrough, professore all'Università di California a Berkeley e padre intellettuale del concetto di Open innovation, spiega in anteprima a LUISS Open lo spirito dello European Innovation Forum (EIF) che inizia oggi a Roma, ospitato dall'Università LUISS. Un luogo di incontro per aziende europee di primo piano – tra cui le italiane Enel, FCA e Vetrya – che intendono discutere appunto di Open Innovation.

"Il World Economic Forum di Davos, il Forum Ambrosetti e tanti altri appuntamenti simili sono occasioni mirabili per far incontrare il mondo del business e il pubblico. Ma in sedi simili le aziende devono sempre mostrare il loro volto più accattivante e scintillante – dice Chesbrough – Invece, quando nel 2003 coniai il concetto di Open innovation, fui contattato privatamente da tante società di successo che volevano partire dalle proprie difficoltà e dai propri limiti per poter fare ancora meglio sulla strada dell’innovazione. Oggi, con lo European Innovation Forum, forniamo uno spazio di confronto tra leader aziendali e un ambiente protetto in cui confrontarsi con franchezza. Per fare un esempio, non esistono tante occasioni in cui importanti manager di due società europee di settori diversi come Lego e Renault possano parlare delle sfide che li accomunano, del tipo: come è meglio gestire i rapporti con le start-up?".

L'idea dell'"innovazione aperta" compie 17 anni, è quasi maggiorenne, così chiediamo a Chesbrough se non sia il momento di individuarne punti di forza ed eventuali debolezze. "Il paradigma dell'innovazione aperta può essere letto come l'antitesi del tradizionale modello dell'integrazione verticale, in cui le attività di ricerca e sviluppo interne a un'azienda conducevano a prodotti sviluppati anch'essi all'interno che poi venivano distribuiti e commercializzati dalla stessa società – risponde – Ai tempi dell'open innovation, l'innovazione aziendale invece fa tesoro in maniera sistematica di collaborazione, idee e risorse esterne rispetto al perimetro societario classicamente inteso.

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