Dopo giorni di rumors e di indiscrezioni, è stato finalmente annunciato l'ingresso di Gianni Versace Spa nel gruppo americano Michael Kors. Un'operazione da oltre 2 miliardi di dollari che rafforza un gruppo non nuovo in questo tipo di operazioni. Già nel 2017, infatti, Michael Kors aveva fatto notizia con l'acquisizione del marchio londinese di scarpe e accessori di lusso Jimmy Choo.
Questa nuova operazione altro non è che un'ulteriore manifestazione di quel processo di consolidamento che oramai da tempo sta caratterizzando il settore del lusso e che vede in modo sempre più evidente la presenza di pochi grandi gruppi a cui fanno capo vari brand, a loro volta operanti in comparti diversi del variegato mondo del lusso internazionale. Tuttavia, il vero tema è capire cosa comporta questa operazione in termini di Made in Italy o, più in generale, di ruolo che il nostro paese può giocare nel contesto mondiale della moda e del lusso.
Sicuramente, dovremo aspettarci titoli giornalisti e dibattiti televisivi molto critici sulla vendita all'estero di un altro brand italiano. I casi di Bulgari, Loro Piana, Fendi e Pucci, trasferiti nella galassia LVMH, o le precedenti acquisizioni di Gucci, Bottega Veneta e Brioni da parte del gruppo Kering, tanto per fare alcuni degli esempi più eclatanti, hanno visto da più parti una lettura negativa di questo tipo di operazioni, spesso ricondotte a una perdita di competitività delle aziende oggetto di acquisizione o, più in generale, di sconfitta del sistema paese rispetto ad altre nazioni.