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LUISS Open: Rifugiati ambientali e diritto di residenza

In occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, il Prof Gianfranco Pellegrino riflette sulla condizione dei rifugiati climatici 

01pm

In occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, per cui la LUISS ha in programma una serie di attività e di incontri di formazione fino al 7 giugno, Gianfranco Pellegrino riflette sulla condizione, nuova ma innegabile, dei rifugiati climatici. Quali sono i loro diritti? Che risposte siamo chiamati a fornire alla loro situazione, da un punto di vista etico e del diritto?

Il protagonista de "L'Isola del giorno prima" di Umberto Eco, Roberto de la Grive, nel 1643 approda su un'isola del Pacifico oggi appartenente all'arcipelago delle Kiribati, che si trova a cavallo della linea del cambiamento di data, sull'antimeridiano di Greenwich.

In realtà, de la Grive non è proprio approdato: dopo il naufragio, il poveretto trova ricetto su una nave arenatasi di fronte all'isola. Non sapendo nuotare, per tutto il romanzo cercherà di raggiungere l'isola senza riuscirci. E per gran parte della vicenda Eco gli metterà in bocca parole sull'isola che si vede di fronte, l'isola di ieri – l'isola che lui, trovandosi al di là del meridiano, guarda dal domani.

Nella realtà le isole dove si svolge la vicenda immaginaria narrata da Eco potrebbero davvero essere isole di ieri – giacché in un prossimo futuro rischiano di sparire sotto i flutti del mare innalzato dagli effetti del cambiamento climatico. Kiribati è stato il primo luogo del pianeta Terra a entrare nel nuovo secolo e potrebbe essere il primo a uscirne sommerso dalle onde. Le implicazioni etico-politiche di questa possibilità – soprattutto i diritti dei profughi climatici, cioè di coloro che scappano da luoghi resi inabitabili dalle conseguenze del cambiamento climatico – sono l’oggetto di questo testo.

Il cambiamento climatico può intensificare le migrazioni già in corso, anche se non è chiaro in che misura. Quando la conseguenza del cambiamento climatico è la sparizione di un territorio intero, tuttavia, la migrazione è l'unica scelta possibile.

I cittadini degli Stati colpiti dal cambiamento climatico – specialmente se gli effetti di esso annientano completamente il loro territorio  – rimangono privi della protezione loro dovuta e sono esposti a minacce ai propri diritti umani fondamentali. Per questa ragione, se scappano dal loro Stato, essi si debbono considerare rifugiati al pari dei richiedenti asilo per ragioni politiche, etniche e religiose.

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